Didattica inclusiva nelle scuole primarie

La definizione corretta per la didattica inclusiva la si trova nel “modus educandi” che nasce per garantire la comprensione del bisogno educativo del singolo e per mettere in atto di riflesso soluzioni funzionali, superando le rigidità metodologiche e le differenze di ogni sorta.

Lo scopo della didattica inclusiva, soprattutto nelle scuole primarie, è difatti quello di creare un ambiente di apprendimento ottimale, volto ad appianare ed eventualmente valorizzare le differenze, nonché a promuovere l’autonomia e l’autoconsapevolezza dell’alunno.

Il tutto, attraverso attività didattiche molto personalizzate e strumenti specifici, quali:

  1. L’introduzione della tecnologia
  2. Il cooperative learning
  3. La didattica metacognitiva
  4. L’utilizzo della LIM
  5. L’inserimento di arte e musica

Di consueto, si individuano nel seguente elenco, gli alunni – e quindi le classi – che necessitano di un particolare approccio inclusivo:

  • Alunni BES, ovvero studenti con Bisogni Educativi Speciali. In questa categoria, rientrano tre sottocategorie: la prima, comprende gli allievi con disabilità certificata; la seconda, riguarda i soggetti con disturbi evolutivi specifici, tra cui vanno evidenziati deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività. Alla seconda sottocategoria, appartengono anche gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, anche conosciuti come DSA. Infine, la terza categoria accorpa tutti coloro i quali vengono classificati con svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale.
  • Alunni affetti da autismo.
  • Alunni stranieri.
  • Alunni non vedenti.

Trattandosi quasi sempre della porta di ingresso nel mondo scolastico, la didattica inclusiva nelle scuole primarie dovrebbe essere sviluppata con particolare attenzione, puntando molto sulla formazione e sullo sviluppo delle competenze degli insegnanti.

Attraverso studi specifici e aggiornamenti, i docenti – che per primi si fanno portavoce dell’inclusione nella scuola dei ragazzi con esigenze speciali – devono essere pronti a far fronte alle nuove esigenze della scuola, nonché devono avere sempre chiaro lo scenario di difficoltà e la casistica a cui potrebbero andare incontro, per essere pronti e preparati ad accompagnare gli studenti verso un percorso di coinvolgimento non solo cognitivo, ma anche emotivo.

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